Germano Maifreda, Daniele Aristarco
Gli anni della nostra storia
Volume 3Il Novecento e il mondo attuale
Capitolo 6

Fascismo: la presa del potere

Spazio/Tempo
La svolta illiberale in Italia 

Il Fascismo conquistò e consolidò il proprio potere in Italia negli anni compresi tra il 1922 e il 1925, procedendo a tappe progressive verso la conquista dello Stato fino ai primi anni Trenta.
Il dopoguerra aveva lasciato in eredità fortissime tensioni sociali che i governi liberali non erano stati pienamente in grado di governare e placare. Il Biennio rosso aveva generato nelle élite il timore di una svolta in senso socialista nel nostro Paese, e la nascita dei Fasci di combattimento nel 1919 era parsa a molti funzionale a scongiurare questo rischio.
Le elezioni del 1921 videro dunque contrapporsi diversi schieramenti: da una parte le sinistre e i cattolici, dall’altra i liberali. Per sconfiggere i socialisti, Giolitti coinvolse nei cosiddetti Blocchi nazionali anche i fascisti, che per la prima volta entrarono in parlamento con 35 deputati.
I liberali non raggiunsero la maggioranza assoluta, il Paese risultava ingovernabile. Nell’agosto del 1922 la tensione crebbe e i socialisti proclamarono uno sciopero generale. Furono i turbolenti avvenimenti di quei mesi a fornire a Mussolini l’occasione per infliggere un duro colpo al già traballante Stato liberale.

I nuclei tematici
Dalla “marcia su Roma” alla dittatura 

Le violenze dello squadrismo fascista contro socialisti e cattolici continuavano a crescere senza che il governo riuscisse a porvi rimedio. Lo Stato dimostrava tutta la sua debolezza e questo non fece che incentivare Mussolini nei suoi propositi di conquista del potere.
Il 28 ottobre 1922 migliaia di camicie nere, armate e provenienti da tutta Italia si mossero verso la capitale in quella che venne definita “marcia su Roma”. Il re, convinto quanto molti liberali di poter addomesticare la violenza fascista, negò la proclamazione dello stato d’assedio richiesta dal primo ministro Facta. La marcia si concluse tuttavia piuttosto pacificamente e il 29 ottobre Vittorio Emanuele III diede a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo. Il Fascismo aveva conquistato il potere.

Il 1924 fu l’anno della svolta dittatoriale. Le elezioni di quell’anno si tennero in un clima intimidatorio e tra mille violenze, che culminarono nell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, reo di aver contestato il risultato elettorale. Fu il primo vero momento di difficoltà per il regime. Mussolini risolse la situazione pronunciando un celebre discorso alla Camera, il 3 gennaio 1925, nel quale si assumeva la responsabilità politica dell’omicidio, sfidando i deputati a metterlo in stato di accusa e dimostrando la totale incapacità del Parlamento di svolgere le proprie funzioni.

Venne così sancito ciò che già appariva chiaro: l’Italia era sprofondata nell’abisso della dittatura. Questa venne inasprita e rafforzata negli anni con l’approvazione delle cosiddette “leggi fascistissime”, che cancellarono i diritti e i principi base del liberalismo. I deputati di opposizione vennero dichiarati decaduti, partiti e sindacati messi al bando. Il fascismo, dopo essere giunto al governo, conquistava in questo modo lo Stato, costituendosi come un totalitarismo seppur “imperfetto”.

Il fascismo al potere

Individua quali tra le seguenti affermazioni sono vere (V) e quali false (F).

vero
falso
Il primo governo Mussolini fu un governo monopartitico che contò sul solo sostegno del PNF.
La marcia su Roma ottenne un grande successo popolare ma fallì nel suo obiettivo politico.
Nonostante la crescente indignazione nei confronti del fascismo all’indomani del delitto Matteotti, il re decise di confermare Mussolini.
Il PNF nacque nel novembre del 1921.
Dopo l’omicidio di Matteotti le opposizioni decisero di abbandonare per protesta i lavori parlamentari.
I cattolici del PPI si allearono con i fascisti nel Blocco nazionale alle elezioni del 1921.

Le “leggi fascistissime”

Tra il 1925 e il 1926 venne emanato un pacchetto di leggi che determinò l’affermazione in Italia di uno Stato dittatoriale totalitario. Quali furono i contenuti principali di queste leggi?

Rispondi.

Le caratteristiche del totalitarismo italiano
Per quale motivo, a proposito del regime fascista, gli storici hanno utilizzato la definizione di totalitarismo “imperfetto”?
Consegna attiva: debate
Quali furono le responsabilità della monarchia? 

Nel 1922, all’atto della presa del potere da parte di Mussolini, la monarchia tenne un atteggiamento piuttosto passivo se non compiacente nei confronti del fascismo.

Per quale motivo il re e la casa regnante tutta non si mossero in virtù dei poteri che detenevano per arginare l’ascesa del fascismo e in particolar modo la svolta autoritaria?
Nemmeno l’assassinio di un deputato né la messa al bando delle opposizioni convinsero casa Savoia a reagire. Credi che la mancanza di una costituzione forte abbia impedito allo Stato di difendersi contro lo sviluppo e l’ascesa di un regime totalitario?
Informati, discutine con i tuoi compagni di classe ed esprimi la tua opinione.